Nella primavera del 1988 il gruppo pubblica "Io non ballo", risultato tangibile delle loro elaborazioni.
I sette brani che lo compongono sono stati registrati negli studi di Acqui Terme.
I tre brani successivi vengono registrati nel 1999 negli studi di Bistagno per quanto riguarda le basi, mentre per la parte vocale l'anno successivo è stato utilizzato il Cromostudio di Alba.
È il 1987 quando Eugenio Merico, Carlo "Delo" De Lorenzi,
Giancarlo Ferrero e Bruno Battaglino, fuoriusciti da vari gruppi
della scena musicale locale, si riuniscono per un progetto che,
seppur dalla vita breve, reinterpreta in chiave melodica tutta italiana quel "Garagepunk" di derivazione britannica dei tardi Anni Ottanta, con radici nei gruppi punk statunitensi degli Anni Settanta.
Si scioglieranno alla fine del 1988.
Valzermistotango
(... ed altri incidenti)
Eugenio MERICO | Batteria
Carlo "Delo" DE LORENZI | Basso
Giancarlo FERRERO | Chitarra
B.B. | Voce
IO NON BALLO
1. Giovane fuoco
2. Distorsione
3. L'illusionista
4. Monkees
5. I want you
6. Signor Cosa
7. La luna è nera (stasera)
Signor Cosa
(G. Ferrero – B. Battaglino)
Signor Cosa, cosa vuoi da me?
Signor Cosa, cosa pretendi mai?
Se non dai, se non dai mai…
Oh… Oh… Oh…
Signor Cosa, cosa osservi e vuoi?
Là in alto su un piedistallo stai
Cosa occulti ora forse ciò che so
Cosa galleggia mai attorno ai tuoi guai
Oh… Oh… Oh…
Io non c’ero più
(L. Olivieri – P. Fresia)
E io non c’ero più
Tanto da dover sparire
Le mie cose da una parte
Ciò che ho fatto in una vita
Ed io non c’ero più
Ed io non c’ero più
Ombre
(L. Olivieri – G. Ferrero)
Ombre riflesse su sfondi scuri
Proiettano il male di un’alra amara verità
Grida d’allarme in questo emisfero
Incomprensioni tra razze evolute
In vertià, in verità
Incomunicabilità irresponsabilità
Ancora un segno di inciviltà
Le luci degli amici
Mi han lasciato ad aspettare
A nulla serve il mio cantare
Quel che urla non sono io
Ed io non c’ero più
Ed io non c’ero più
Ogni uomo che racconta
Mi ha incontrato qualche volta
Ma adesso che mi ascolti
Non girarti per cercarmi
Può anche piangere una madre
Può anche uccidersi qualcuno
Scorderete anche il mio volto
Se non conosci l’uso del mio cuore
Non toccarlo, non toccarlo
Non toccarlo, non toccarlo..
Imposizioni di un gioco ribelle
Genuflessione a un’incredibile autorità
Riti tribali nell’era moderna
Fanno scadere l’umana coscienza
In vertià, in verità
Incomunicabilità irresponsabilità
Ancora un segno di inciviltà
Geme il valore dei fogli timbrati
Brucia il significato di un diritto di vivere
Danze di morti in centro città
Pianti di donne nelle vie e nei bar
Nell’omicidio e nella sessualità
L’unico vero rapporto tra classi e razze
In vertià, in verità
Incomunicabilità irresponsabilità
Ancora un segno di inciviltà
Ci inseguirà, ci inseguirà
Ci inseguirà, ci inseguirà come un’ombra ci inseguirà
E nuvole che passano formeranno un oceano
Ci inseguirà, ci inseguirà
Nella vita che seguirà
E cento piogge che cadono
Formeranno un oceano
Questo sogno così freddo
(B. Battaglino – L. Olivieri)
Questo evento di tempesta che
Non dà spazio per un nuovo volo
Come un corto già nel sonno che
Con le lacrime si nutre appena
Prego la mia carne di respirare
Per potermi poi diffondere
Questo sogno così freddo
Sembro un mare senza onde che
Lascia solo il tempo di pensare
Le parole che si fermano
Sopra labbra troppo sole
Prego la mia carne di respirare
Per potermi poi difendere
Prego il mio cuore di non scoppiare
Per potermi ancora diffondere
Prego questa luce di non morire
Per potermi poi riflettere
Prega la mia voce di farmi urlare
Per potermi ancora diffondere
Questo sogno così freddo
Che tra due estremi cerco di capire
(Il sapore della vita mia)